ACAB. All cops are bastards di Carlo Bonini edito da Einaudi

ACAB. All cops are bastards

Editore:

Einaudi

Data di Pubblicazione:
16 gennaio 2009
EAN:

9788806194697

ISBN:

8806194690

Pagine:
191
Formato:
brossura
Argomenti:
Violenza nella società, Controllo politico e libertà
Acquistabile con la

Descrizione ACAB. All cops are bastards

"ACAB". All Cops Are Bastards. Il refrain di un celebre motivo skin anni Settanta diventa richiamo universale alla guerra nelle città, nelle strade. Michelangelo, "Drago" e "lo Sciatto" sono tre "celerini bastardi". Sono odiati e hanno imparato a odiare. Basta leggere l'impressionante e inedita chat del loro reparto per capirlo. Cresciuti nel culto della destra fascista, si scoprono disillusi al termine di una parabola di violenza che è la loro "educazione sentimentale". Nella narrazione di Bonini si svela, attraverso l'occhio e il linguaggio degli "sbirri" e una lunga inchiesta sul campo, la trama occulta dei più sconcertanti episodi di violenza urbana accaduti in Italia negli ultimi due anni. Che collega in un ritmo serrato e una scrittura emozionante episodi accaduti in tempi e luoghi diversi come l'assalto militare degli ultras a una caserma di Roma e la caccia al romeno nelle periferie, i Cpt per immigrati clandestini e gli scontri della discarica di Pianura. La catena dell'odio e delle impunità.

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4 di 5 su 4 recensioni

A. C. A. BDi M. Caterina-18 maggio 2012

Questo libro va letto per rendersi conto di come sono i fatti nella realtà, è un libro che non si schiera da nessuna parte, ma mostra in egual misura la figura del celerino e quella dell'ultras. Anzi più che di questo si parla dell'odio e di come esso generi altro odio in una catena senza fine. Si legge d'un fiato.

Le due veritàDi M. Maria Viviana-29 gennaio 2012

Questo libro mostra la verità dei fatti, e le reazioni che ci sono da parte dei due "schieramenti" gli ultras e i celerini. Indubbiamente è un libro di impatto e che purtroppo o per fortuna ti mette davanti a situazioni che per quanto brutte e forti esistono, ed esistono perchè in fondo c'è un incomprensione di fondo. Lo consiglio.

ACAB..Di R. Pasqualina-27 settembre 2011

E' un giallo sui generis, fatto di una prosa smozzicata ma tutto sommato efficace. Il senso è tutto racchiuso tra i due dialoghi che lo aprono e lo chiudono: quello iniziale, in cui Drago si sente spiegare da un minatore di Sulcis appena "sfollato" in Piazza Montecitorio che lui è proprio come loro, e quello finale, in cui lo zio Antonio al circolo velico di Posillipo spiega a Michelangelo Fournier la stessa lezione. "Sono neri come te e me, Michelangelo. Plebei di destra, dirai tu. Ma in corpo hanno la tua stessa rabbia borghese". Riflessione a voce alta sul mondo deviato degli ultras e sugli uomini della Celere, il libro di Bonini dipinge uno scenario complesso, in cui non ci sono risposte facili e i cattivi non sono per forza tutti dalla stessa parte. Un affresco disincantato sul potere che ti usa e poi ti sacrifica, sulla violenza figlia della borgata e del disagio, sullo Stato, i suoi valori, il senso della cittadinanza e della democrazia. Memorabile la chat dei celerini nel portale interno "Doppia vela". Una lettura istruttiva, per tutti.

ACAB..Di l. emanuela-1 aprile 2011

Lo ammetto, questo libro mi ha tenuto incollato alle pagine fino a notte fonda. Perchè la scrittura di Bonini, giornalista di cronaca di Repubblica, ti avvolge e non ti molla, e perché la materia trattata è dinamita pura. Dopo gli scontri degli anni '60 e anni '70 tra le forze della celere da una parte ed i movimenti degli studenti e delle forze extra-parlamentari dall'altra, scontri che spesso si concludevano con morti da una parte e dall'altra, come sono impiegati, oggi, nel 2008, le forze del reparto celere, quelli impiegati per il lavoro sporco? L'opera di Bonini tra spunto dal blog "Doppia Vela" aperto dal Ministero dell'Interno, ad uso delle forze di polizia, che ha svelato un malessere, un malcontento tra le forze di polizia verso i propri vertici e verso le istituzioni stesse che definire preoccupante non rende bene l'idea. Ci sono storie vere, storie di celerini. Come quelli del VII di Castro Pretorio che il 21 luglio del 2001 si distensero per ferocia ed accanimento nella scuola Diaz, infierendo su persone inermi. Ci sono storie personali come quelle dell'Ispettore Fournier, a capo del VII di Castro Pretorio, che ebbe il coraggio di definire i fatti di Bolzaneto come una"macelleria messicana", o agenti che hanno lavorato con l'ispettore Fournier come lo "Sciatto" o il temutissimo "Drago". Ci sono storie private di fallimenti personali, matrimoni falliti, sogni non realizzati e frustrazioni quotidiane. Tutti i poliziotti citati hanno un trascorso giovanile, o presente, di militanza in forze della destra storica o della destra estrema, e spesso non hanno alcuna difficoltà a definirsi fascisti. Bonini usa nei loro confronti il bastone e la carota, indugiando sulle loro debolezze private, frutto di riflessioni sul proprio ruolo di poliziotto, ed esponendo con fare asciutto i loro comportamenti più discutibili. Ma chi è oggi il vero nemico dei celirini, dove si nasconde ? Provate, in qualsiasi città italiana, a fare un giro negli stadi, nelle curve, specialmente Roma, Napoli o Verona, ma anche Catania e Palermo, ed entrerete un film dell'orrore, altro che anni '70. Un libro sull'odio, sulla produzione di odio per mezzo di odio, in una spirale che sembra senza uscita.