Il 18° vampiro

Orrendo, davvero maluccio questo autore, mi ha deluso non poco. Un pasticcio vampiroso evidente frutto delle avide "frequentazioni" letterarie e cinematografiche dello scrittore, nonchè, a tratti, delle sue esperienze personali, che esordisce come un noir metropolitano all'italiana, scivola nello scontro uomo-vampiro così come ce l'ha raccontato Carpenter (la squadra di coraggiosi armati fino ai denti che va a stanare le "bestie" e porta avanti una missione segreta di ripulitura del mondo dai figli del demonio), unita ad un gusto molto tarantiniano per lo splatter, una improbabile parentesi "Anne Rice" (il gruppo dandy di vampiri puliti e fighetti che vive nella Rocca medievale e si nutre attirando giorno dopo giorno le sue incaute vittime a feste esclusive in cui si propongono spettacoli freak a base di sesso e sangue) , per poi scivolare (tanto per non farci mancare nulla) nel post-apocalittico, stile "Io sono leggenda". Troppa, decisamente troppa carne al fuoco, mal collegata, appesantita da una scrittura ridondande fino all'inutilità dell'espressione stessa, con paginate e paginate di narrazione superflua (tutte le volte che l'eroe assume sostanze chimiche di aria natura, ad esempio, con la cadenza programmata di un ritornello), dialoghi forzati per essere cool ed incisivi, e che rasentano invece il ridicolo, personaggi (tutti) sopra le righe, con un linguaggio eccessivamente grossolano e fuori misura, anche quando non serve, nonchè svariati strafalcioni spazio temporali, con azioni che durano evidentemente ore per poi scoprire che invece sono passati solo... 10 minuti. Indubbiamente Vergnani ha vistolettoprovato molto, e ha tante idee, ma non le sa sfruttare, non le sa collegare, infarcendo il suo romanzo di episodi incomprensibili, divagazioni inutili, solo per mettersi in mostra, dimenticando invece aspetti importanti quali, ad esempio, spiegarci per bene chi è questo 18 vampiro e che senso abbia ( ci viene infarcita una storiella molto tirata via, in verità) o perchè il personaggio dell'Amica sia l'unico a non avere un nome per tutto il libro, o, ancora, evitare di riassumere la morale del libro in un bieco messaggio socio-politico che mal si addice a tutto quello che abbiamo dovuto subire per 500 pagine e più, risollevando malamente la figura del vampiro a simbolo della corruzione umana.

Libro molto duro e...maschio! Vampiri e loro cacciatori a Modena, in una corsa per la sopravvivenza senza esclusione di colpi.