1453. La caduta di Costantinopoli di Roger Crowley edito da Mondadori Bruno

1453. La caduta di Costantinopoli

Traduttore:
Saba Sardi F.
Data di Pubblicazione:
1 gennaio 2008
EAN:

9788861590687

ISBN:

8861590683

Pagine:
302
Formato:
rilegato
Argomento:
Storia: dal 500 d.C. al 1450-1500 d.C.
Acquistabile con la

Descrizione 1453. La caduta di Costantinopoli

Per più di un millennio, Costantinopoli è stata il centro del mondo occidentale e il baluardo della cristianità di fronte all'avanzare dell'islam fino a quando, nel 1453, Maometto II, sultano dell'impero ottomano, raccolse un esercito enorme per cingere la città d'assedio e farla capitolare. Nell'aprile 1453 ottantamila soldati musulmani cominciarono l'assedio; Costantinopoli era difesa da ottomila soldati. Dopo qualche settimana di incessanti assalti e cannoneggiamenti finì l'età di Bisanzio e tramontò il mondo medievale. Nebbie e neve in primavera, strane luminescenze in cielo che venivano interpretate da assedianti e difensori di Costantinopoli come segni di portenti. A decine di migliaia di chilometri, all'inizio dell'anno, c'era stata in un'isola del Pacifico una gigantesca eruzione vulcanica, responsabile delle bizzarre condizioni climatiche nel Bosforo. Ecco un esempio dei nuovi dettagli inseriti dall'autore nell'opera con la capacità, da vero narratore, di giocare tra sguardo da vicino e da lontano, tra suggestione e distacco ironico. Ed è questa la cifra di questo libro: la perfetta fusione di doti narrative e autorevolezza basata su un accurato lavoro storico.

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4 di 5 su 2 recensioni

1453. La cadutaDi c. lello-19 maggio 2011

Insieme a Storia delle crociate di Runciman è forse la migliore esposizione sui conflitti mediorientali. Crowley inizia con una rapida sintesi della storia bizantina, nella particolare prospettiva dei numerosi assedi che Costantinopoli aveva dovuto subire nel corso della sua millenaria storia imperiale. Ancora una volta viene sottolineato l'evento chiave costituito dalla iv crociata del 1204 e del successivo sessantennio di dominio occidentale, che colpì mortalmente l'impero bizantino, riducendolo ad un'ombra della sua passata potenza e devastò la capitale causando la distruzione e la scomparsa di innumerevoli opere d'arte. Soprattutto, la iv crociata lasciò uno strascico di odio e diffidenza nei confronti degli stati dell'occidente da parte dei greci, che si sovrappose alla divisione religiosa tra cattolici e ortodossi. Allo stesso modo, l'autore traccia un profilo della storia delle popolazioni turche che invasero l'Anatolia in seguito alla disastrosa battaglia di Mantzikert del 1071, fino al sorgere dello stato ottomano e all'accesso al trono da parte di Maometto ii, il grande protagonista di questa pagina di storia: fu lui infatti a catalizzare le forze ottomane, raccogliendo l'enorme armata che si mosse contro Costantinopoli. Crowley mostra l'accurata preparazione dell'impresa da parte del sovrano ottomano, che era un vorace lettore di opere storiche (con una predilezione per quelle dedicate ad Alessandro Magno e a Cesare) e militari, attento alle innovazioni tecnologiche. Un particolare su cui - forse - non avevo mai riflettuto prima è che Maometto ii quando conquisto Costantinopoli aveva solo 21 anni.

1453.Di F. Benito Maria Emanuele-18 novembre 2010

Quarant'anni dopo il classico resoconto di sir Runciman, una nuova e aggiornata ricostruzione della presa di Costantinopoli da parte dell'esercito ottomano di Maometto II. Nel classico solco della storiografia inglese, Crowley dimostra un grande talento per narrare in modo puntuale e avvincente un episodio fondamentale della storia al trapasso tra Medioevo e Rinascimento. In particolare, l'attenzione dell'autore si concentra sugli aspetti militari, per i quali dimostra un vero talento. Io avevo già scoperto questo autore con il suo libro successivo "Imperi del mare" dedicato alla storia del conflitto tra stati cristiani e ottomano tra la caduta di Rodi e la battaglia di Lepanto, così, quando ho visto questo libro nella biblioteca di quartiere non ho potuto resistere. Crowley inizia con una rapida sintesi della storia bizantina, nella particolare prospettiva dei numerosi assedi che Costantinopoli aveva dovuto subire nel corso della sua millenaria storia imperiale. Ancora una volta viene sottolineato l'evento chiave costituito dalla iv crociata del 1204 e del successivo sessantennio di dominio occidentale, che colpì mortalmente l'impero bizantino, riducendolo ad un'ombra della sua passata potenza e devastò la capitale causando la distruzione e la scomparsa di innumerevoli opere d'arte. Soprattutto, la iv crociata lasciò uno strascico di odio e diffidenza nei confronti degli stati dell'occidente da parte dei greci, che si sovrappose alla divisione religiosa tra cattolici e ortodossi. Allo stesso modo, l'autore traccia un profilo della storia delle popolazioni turche che invasero l'Anatolia in seguito alla disastrosa battaglia di Mantzikert del 1071, fino al sorgere dello stato ottomano e all'accesso al trono da parte di Maometto ii, il grande protagonista di questa pagina di storia: fu lui infatti a catalizzare le forze ottomane, raccogliendo l'enorme armata che si mosse contro Costantinopoli. Crowley mostra l'accurata preparazione dell'impresa da parte del sovrano ottomano, che era un vorace lettore di opere storiche (con una predilezione per quelle dedicate ad Alessandro Magno e a Cesare) e militari, attento alle innovazioni tecnologiche. Un particolare su cui - forse - non avevo mai riflettuto prima è che Maometto ii quando conquisto Costantinopoli aveva solo 21 anni. La sproporzione di uomini e mezzi tra i due eserciti era enorme: solo le maestose fortificazioni che per un millennio avevano difeso Costantinopoli riuscivano a compensare l'inferiorità numerica dei bizantini, ma anche queste erano destinate a cedere di fronte all'artiglieria che Maometto ii, probabilmente per primo, dispiegò con tale ampiezza in un assedio. Oltre a ciò, l'esercito ottomano era bene organizzato e addestrato, unito sotto il comando del sultano e spinto sia dalla prospettiva di bottino, sia da motivazioni di carattere religioso che risalivano addirittura a Maometto. A difendere Costantinopoli vi erano invece poche migliaia di soldati di mestiere, divisi tra greci, veneziani, genovesi e altri ancora, diffidenti se non addirittura ostili gli uni verso gli altri. Stupisce allora la resistenza prodigiosa offerta dai difensori per quasi due mesi di fronte ai bombardamenti incessanti dei turchi, agli assalti, agli stratagemmi escogitati da Maometto ii, quali il passaggio via terra delle navi sul Corno d'oro, le mine, le torri mobili... Così, quando finalmente si arriva alla data fatidica del 29 maggio, le cui vicende mi erano già tristemente note, è inevitabile chiedersi se davvero c'era qualche speranza che la capitale dell'Impero potesse salvarsi: i due eventi che fecero precipitare la battaglia proprio quando l'assalto decisivo degli ottomani pareva perdere di vigore (la postierla rimasta aperta presso la porta del circo di legno e il ferimento di Giustiniani) furono davvero decisivi?