1421. La Cina scopre l'America di Gavin Menzies edito da Carocci
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1421. La Cina scopre l'America

Editore:

Carocci

Traduttore:
Coldagelli M. C., Listuzzi A.
Data di Pubblicazione:
14 novembre 2003
EAN:

9788843028375

ISBN:

8843028375

Pagine:
428
Formato:
brossura
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Descrizione 1421. La Cina scopre l'America

Gavin Menzies propone una nuova ipotesi, basata sul ritrovamento di antiche carte nautiche, sull'analisi al computer di dati astronomici e sulla scoperta di relitti nel Mar dei Caraibi. Secondo l'ex ufficiale della Marina britannica, fu una spedizione cinese a raggiungere per la prima volta le coste americane e a compiere il primo viaggio completo intorno al mondo. Nel 1421, una flotta composta da più di cento navi, al comando del leggendario ammiraglio Zheng He, lasciò la Cina per attraversare l'Oceano Indiano, doppiare il Capo di Buona Speranza, esplorare le coste sudamericane e quelle australiane.

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3 di 5 su 2 recensioni

Fantasia a buon mercatoDi T. Mat-13 novembre 2023

Libro per misurare la propria capacità nel distinguere un romanzo da un saggio storico.

LA CINA SCOPRE IL MONDODi P. Tullio-18 aprile 2009

Questa è una delle più entusiasmanti letture che mi sono capitate sotto mano ultimamente. Alla sua conclusione, immaginavo che se ne sarebbe parlato con un certo scalpore, invece, meraviglia che dopo due anni nessuno accenni alle sorprendenti rivelazioni del meticoloso autore che per raccogliere le prove di ciò che aveva intuito, fa letteralmente il giro del mondo. Menzies ripercorre le tappe dei Cinesi, apprende non solo che le Americhe sono state scoperte e visitate 70 anni prima che vi giungessero le caravelle di Colombo, ma che gli stessi Cinesi avevano eretto molte lapidi, lasciando dietro di sé tutta una serie di evidenze che confermano questa scoperta storica. E' un vero filo d'Arianna della navigazione. Risultato di anni di meticolosa ricerca, fra cui viaggi sulle antiche rotte percorse dalla più grande flotta di tutti i tempi. Lettura facile ed entusiasmante, vi si descrive l'avanzata conoscenza delle tecniche marinare dei Cinesi, grazie alle quali avevano raggiunto continenti di cui gli Europei ignoravano l'esistenza. Raccolte prove incontestabili, Menzies giunge a conclusioni che ai profani possono sembrare perfino scandalose. Invece, possiamo certamente definire questo navigatore di professione e ricercatore dilettante, come lo Schliemann degli oceani. Infatti, mentre il dilettante tedesco, a proposito dell'ubicazione di Troia, dopo anni di scavi, sostenuti di propria tasca, riesce a sovvertire le dominanti opinioni degli ambienti accademici, che non esitavano a squalificare il suo entusiasmo e, dopo aver di fatto trovato gli strati delle ceneri della mitica città greca, dimostrava al mondo di aver interpretato correttamente i racconti di Omero. Analogamente, Gavin Menzies, come se fosse un castello di carta, smonta pezzo per pezzo la storia delle mitiche scoperte sostenute dagli Europei di Portogallo, Spagna e perfino Inghilterra. Anche lui, dopo aver osservato una semplice lapide dedicata all'ammiraglio Zhen He, intuisce nuove verità; apprende della drammatica avventura portata a termine 70 anni prima di Colombo, voluta dall'imperatore Ming Zhu Di, costruttore della Città Proibita che, nel timore dell'invasione di Tamerlano, cerca di allacciare rapporti di amicizia con il resto del mondo. Allora, invia il suo ammiraglio, accompagnato da decine di migliaia di marinai, artisti, ingegneri, intellettuali e perfino concubine e cortigiane per assicurare il piacere ad autorità da visitare nei luoghi lontani. L'ex ufficiale della marina britannica percorre, dunque, le rotte, seguendo le correnti indicate dalla vera storia, studiando la cartografia anteriore ai viaggi di Colombo; sfrutta con grande capacità e perseveranza le nozioni fornite dalle carte di Kangnido, Pizzigano, Fra Mauro, Piri Reis, Cantino, Caverio, Waldseemüller e Jean Rotz, avvalendosi soprattutto della vasta bibliografia, fra cui le testimonianze lasciate da Nicolò de' Conti e dimostra in modo inconfondibile come i Cinesi non avevano solo scoperto i nuovi mondi, ma li avevano pure abitati, seppur per breve tempo, lasciando tracce che gli eventi della storia non sono riusciti a cancellare. Una misteriosa evidenza ce la proporziona il Palazzo Besta di Teglio (Sondrio), dove si ammira l'affresco con la riproduzione del globo con tanto di America e Terra Australe, datata fra il 1459 e 1499, epoca in cui non potrebbe mai essere così precisa... D'altronde, sappiamo che i Cinesi hanno inventato la bussola, mentre da questo saggio si apprende pure che sono anche gli inventori del timone. Menzies dettaglia, fra l'altro che in California nel Rio Sacramento sono stati trovati i resti di una gigantesca giunca il cui timone misurava addirittura 11 metri; questo dovrebbe rendere l'idea delle dimensioni di tali imbarcazioni. Gli scettici si chiedono come mai questi avvenimenti non sono emersi prima; lo spiega Menzies: dopo che la Città Proibita s'incendia, i Mandarini si ribellano ed impediscono ogni forma di commercio estero; distruggono ogni traccia e ciò che resta della flotta, isolando di nuovo la Cina dal resto del mondo. E' un'opera da non perdere che non deluderà il lettore. Lo stesso autore conclude: "La storia è appena all'inizio, ed è una storia che tutti siamo chiamati a condividere." E' probabile che molti altri saggi nasceranno sulle orme di questo straordinario racconto.